RESEZIONE DELLE METASTASI POLMONARI IN PAZIENTI CON CARCINOMA RENALE
La procedura dovrebbe essere effettuata solo se è possibile l’asportazione completa, ma ulteriori studi sono necessari per valutare i fattori prognostici e i criteri di selezione. La questione ad oggi è controversa, per questo motivo urologi della Osaka University Graduate School of Medicine di Suita in Giappone hanno valutato la prognosi dei pazienti con carcinoma renale sottoposti a resezione delle metastasi polmonari presso il loro centro, riesaminando i dati clinici di 25 pazienti sottoposti alla procedura tra il 1998 e il 2008: tutti trattati con nefrectomia radicale per carcinoma renale primario. Lo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Clinical Oncology (leggi abstract originale) ha indicato una sopravvivenza libera da progressione (PFS) tra 0.3 e 198.8 mesi (mediana 7.4 mesi) e una sopravvivenza globale (OS) tra 2.4 e 198.8 mesi (mediana 33.9 mesi). La percentuale di PFS a 5 anni è risultata del 24.9% e quella di OS del 35.5%. Sebbene le differenze relative all’efficacia della resezione metastatica e alla OS non fossero significative in analisi univariata e multivariata, la relazione tra PFS e radicalità della resezione metastatica ai polmoni era significativa sia in analisi univariata che multivariata (rispettivamente p = 0.004 e p = 0.012). I risultati della resezione delle metastasi polmonari nei pazienti con carcinoma renale suggeriscono che la procedura dovrebbe essere eseguita solo quando le metastasi possono essere completamente asportate. Ulteriori studi sono però necessari per valutare i fattori prognostici e identificare i criteri di selezione per la resezione delle metastasi polmonari nella nuova era di utilizzo della terapia con agenti a bersaglio molecolare.