domenica, 30 giugno 2024
Medinews
20 Dicembre 2012

RUOLO DELLA METASTASECTOMIA NEL CARCINOMA RENALE NELL’ERA DELLE TERAPIE TARGET

Gli agenti a bersaglio molecolare hanno modificato il trattamento dei pazienti con malattia metastatica, ma la resezione chirurgica aggressiva può offrire una sopravvivenza più lunga

Malgrado le innovazioni nella terapia sistemica e nel trattamento chirurgico degli ultimi anni, il carcinoma renale rimane tuttora la neoplasia maligna più letale del sistema urinario. Ancora circa il 20% dei pazienti con carcinoma renale presenta metastasi alla diagnosi e il 40 – 50% di quelli con tumore localmente avanzato potrà mostrare progressione alla malattia metastatica. Sebbene i nuovi paradigmi della terapia target abbiano modificato il trattamento dei pazienti con carcinoma renale in stadio avanzato e offerto una sopravvivenza più lunga, la cura è ancora limitata se non si procede alla resezione chirurgica. In questa revisione, pubblicata sulla rivista Current Urology Reports (leggi abstract), è stato esaminato l’attuale ruolo della metastasectomia dopo ricerca bibliografica degli studi pubblicati sull’argomento nel database di PubMed e del Cochrane Library of Controlled Clinical Trials. Il prof. Börje Ljungberg della Umeå University non ha potuto identificare studi randomizzati, ma recenti ampi studi osservazionali hanno definito meglio la prognosi dei pazienti con carcinoma renale metastatico, con o senza utilizzo della metastasectomia. L’analisi multivariata ha evidenziato, quali fattori predittivi indipendenti, il genere maschile, un intervallo libero da malattia > 1 anno, un unico sito metastatico e la metastasectomia completa. Altri studi su dati di pazienti selezionati hanno indicato tassi di sopravvivenza globale a 5 anni del 29 – 31%. Tra i pazienti con recidiva dopo la resezione di metastasi polmonari, più della metà (60%) poteva sottoporsi a una ulteriore resezione, rispetto al 25% di quelli con metastasi ossee ricorrenti. Inoltre, la metastasectomia dopo terapia sistemica iniziale ha offerto risposta parziale o completa nella maggioranza dei pazienti. In questi, la sopravvivenza mediana è risultata di 4.7 anni e il 21% era ancora libero dalla malattia all’ultima visita di follow-up. I pazienti con carcinoma renale metastatico dovrebbero, secondo l’autore, essere valutati per una terapia multimodale, che includa anche la chirurgia delle lesioni metastatiche. Una parte di questi pazienti otterrà dunque una sopravvivenza prolungata con una resezione chirurgica aggressiva.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 11 – Dicembre 2012
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