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20 Marzo 2013

SOPRAVVIVENZA GLOBALE E SICUREZZA CON PAZOPANIB IN PAZIENTI CON CARCINOMA RENALE AVANZATO O METASTATICO

Analisi ‘post-hoc’ dello studio randomizzato di fase III, che aveva registrato eccessivo ‘cross-over’ al farmaco, indica un beneficio del trattamento

Nello studio randomizzato, controllato verso placebo, in doppio cieco, di fase III, VEG105192, pazopanib aveva mostrato un miglioramento statistico e clinico importante della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al placebo in pazienti con carcinoma renale avanzato o metastatico. In questo articolo, pubblicato sulla rivista European Journal of Cancer (leggi abstract), sono riportati i risultati finali di sopravvivenza globale (OS) e i dati aggiornati di sicurezza. Gli investigatori, coordinati dal gruppo del San Camillo e Forlanini di Roma, hanno stratificato e randomizzato (2:1) a pazopanib (800 mg al giorno) o placebo 435 pazienti con carcinoma renale, naïve al trattamento o pretrattati con citochine, fino a progressione della malattia, morte o tossicità inaccettabile. La OS finale nella popolazione ‘intent-to-treat’ è stata analizzata utilizzando il test ‘log-rank’ stratificato; le analisi del tempo di fallimento strutturale ‘rank-preserving’ (RPSFT) e quelle pesate di probabilità inversa di censura (IPCW) sono state condotte ‘post-hoc’ per correggere gli effetti del ‘crossover’. I risultati dello studio non indicano differenza significativa della OS finale tra i pazienti trattati con pazopanib e placebo (22.9 vs 20.5 mesi; hazard ratio [HR] = 0.91; intervallo di confidenza [IC] 95%: 0.71 – 1.16; p a una coda = 0.224). Un ‘crossover’ più immediato e frequente, dal placebo a pazopanib, e la prolungata durata del trattamento dopo ‘crossover’ erano motivi di confondimento nell’analisi della OS. Nelle analisi IPCW, pazopanib ha mostrato ridurre la mortalità (HR = 0.504; IC 95%: 0.315 – 0.762; p a due code = 0.002). Simili risultati, sebbene non significativi, sono stati ottenuti nelle analisi RPSFT (HR = 0.43; IC 95%: 0.215 -1.388; p a due code = 0.172). Dall’ultimo cut-off, l’esposizione cumulativa a pazopanib è aumentata del 30%. Il profilo di sicurezza di pazopanib non ha evidenziato segnali o alterazioni allarmanti sia riguardo al tipo, che alla frequenza e severità degli eventi avversi. In conclusione, sebbene in questo studio non siano state osservate differenze significative della sopravvivenza globale, l’eccessivo ‘crossover’ dal placebo a pazopanib ha offuscato l’analisi finale della OS. Analisi ‘post-hoc’ di correzione del ‘crossover’ suggeriscono un beneficio di OS con pazopanib nei pazienti con carcinoma renale avanzato o metastatico.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 2 – Febbraio 2013
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