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30 Gennaio 2009

SORAFENIB NEL CARCINOMA RENALE REFRATTARIO A SUNITINIB O BEVACIZUMAB

Riduzione del carico tumorale dopo somministrazione di sorafenib in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare metastatico precedentemente trattati con bevacizumab o sunitinib

I pazienti che hanno mostrato progressione metastatica del carcinoma renale a cellule chiare, secondo i criteri RECIST, dopo trattamento con bevacizumab o sunitinib (due diverse coorti) sono stati sottoposti a trattamento con sorafenib (400 mg bid) nell’ambito di uno studio prospettico, multicentrico, di fase II. Nello studio pubblicato nel Journal of Clinical Oncology (leggi abstract originale), Shepard e colleghi hanno confermato l’efficacia di sorafenib, attraverso una valutazione della percentuale di riduzione del carico tumorale (RCT), quale endpoint primario dello studio. Sono stati arruolati 37 pazienti (68% maschi, età mediana 64 anni, dei quali 55% con ECOG performance status pari a 0 e 84% sottoposti a precedente nefrectomia), 31 valutabili, refrattari alla terapia con bevacizumab (n = 13) o sunitinib (n = 18). I pazienti avevano ricevuto i due farmaci per un periodo mediano di 8.5 mesi (range: 0.4-24.6). L’intervallo tra l’interruzione della terapia precedente e l’inizio della somministrazione di sorafenib è stato mediamente di 4.4 settimane (range. 2.1-59.1). Non è stata osservata alcuna risposta oggettiva; 15 dei 29 pazienti valutabili (52%) hanno mostrato riduzione della massa tumorale: in 11 pazienti (RTC 38%) la riduzione era di almeno il 5% e in 4 (14%) superiore al 20%. La percentuale di RTC era pari al 33% e al 41% rispettivamente nei pazienti precedentemente trattati con bevacizumab e sunitinib. La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 3.8 mesi e le manifestazioni di tossicità includevano sindrome mano-piede (38% di grado 1/2 e 31% di grado 3), rash cutaneo (20% e 7%), ipertensione (28% e 14%), diarrea (48% e 7%) e fatigue (38% e 17%). Tossicità di grado 3 si è osservata nel 58% dei pazienti. I pazienti trattati precedentemente con bevacizumab mostravano più frequentemente reazioni mano-piede (p = 0.02) e mucosite (p = 0.04), mentre quelli trattati con sunitinib rash cutaneo (p = 0.04).


Renal Cancer Newsgroup – Numero 1 – Gennaio 2009
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