STIMA DELLA DOSE DI RADIAZIONE E DEL RISCHIO DI CANCRO CON TAC CORONARICA
Utilizzare come screening di massa un test relativamente nuovo per evidenziare la calcificazione nelle arterie coronariche potrebbe favorire l’insorgenza di migliaia di nuovi casi di cancro negli Stati Uniti. La tomografia computerizzata (Tac) ‘multidetector’ è stata recentemente indicata come metodica di indagine per lo screening di massa della calcificazione coronarica in persone asintomatiche (linee guida SHAPE). Come tale, il test coinvolgerebbe decine di milioni di persone, ma le stime della dose di radiazione e del potenziale rischio di cancro, indotto da radiazione, non sono al momento disponibili. Ricercatori del National Cancer Institute, National Institutes of Health, di Bethesda hanno valutato le dosi di radiazione organo-specifica e i rischi di cancro associati all’esposizione come conseguenza di uno screening con Tac ‘multidetector’ della calcificazione coronarica, in relazione all’età del paziente, alla frequenza dello screening e al protocollo. Le dosi di radiazione rilasciata ai pazienti adulti sono state calcolate da protocolli disponibili usando il metodo Montecarlo (sul trasporto della radiazione). I modelli di rischio da radiazione, ottenuti usando i dati relativi ai sopravviventi alla bomba atomica in Giappone e di coorti esposte per terapia, sono stati usati per stimare il rischio in eccesso esteso alla durata della vita (‘excess lifetime risk’, ELR) di cancro indotto da radiazione. Lo studio pubblicato nella rivista Archives of Internal Medicine (leggi abstract originale) indica che la dose di radiazione da una singola Tac coronarica può variare più di 10 volte (range di dose effettiva: 0.8-10.8 mSv) in relazione al protocollo applicato. In generale, le dosi più elevate di radiazione erano associate a più alta corrente del tubo radiogeno, all’uso di Tac spirale a basso campo e a gating cardiaco retrospettivo. L’ampia variazione della dose si ripercuote su variazioni della stima del rischio di cancro indotto dalla radiazione. Assumendo che lo screening fosse eseguito ogni 5 anni dai 45 ai 75 anni negli uomini e dai 55 ai 75 anni nelle donne, la stima del rischio ELR di cancro per esposizione a una dose media di 2.3 mSv era di 42 casi ogni 100000 uomini (range: 14-200 casi) e di 62 casi ogni 100000 donne (range: 21-300 casi). In conclusione, le stime del rischio da radiazione possono essere paragonate ai potenziali benefici dello screening, quando le stime siano disponibili. Le dosi di radiazione, e di conseguenza i rischi, possono essere ridotte al minimo attraverso l’ottimizzazione delle metodiche di indagine.