domenica, 30 giugno 2024
Medinews
26 Settembre 2013

TIVOZANIB VS SORAFENIB NELLA TERAPIA TARGET INIZIALE DEI PAZIENTI CON CARCINOMA RENALE METASTATICO

Il primo agente target migliora la sopravvivenza libera da progressione ma non quella globale e possiede un profilo di sicurezza diverso da sorafenib

Tivozanib è un inibitore tirosin-chinasico potente e selettivo dei recettori 1, 2 e 3 del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR1, 2, 3). In questo studio di fase III, i ricercatori statunitensi, in collaborazione con colleghi europei e russi (in Italia: prof.ssa Cora N. Sternberg, Ospedali San Camillo e Forlanini di Roma), hanno comparato efficacia e sicurezza della terapia target iniziale con tivozanib vs sorafenib in pazienti con carcinoma renale metastatico. I pazienti con carcinoma renale metastatico, componente a cellule chiare, precedente nefrectomia, malattia misurabile, sottoposti o meno a un precedente trattamento per il tumore metastatico, sono stati randomizzati a uno dei due agenti target. Non sono stati inclusi quei pazienti che avevano ricevuto una precedente terapia target anti-VEGF o con inibitori di mTOR (mammalian target of rapamycin). Endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione (PFS), valutata con revisione indipendente. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Oncology (leggi abstract), ha incluso 517 pazienti totali, 260 randomizzati a tivozanib e 257 a sorafenib. La PFS è risultata più lunga con tivozanib che con sorafenib nella popolazione globale (mediana 11.9 vs 9.1 mesi; hazard ratio [HR] 0.797, IC 95%: 0.639 – 0.993; p = 0.042). In totale, 156 pazienti (61%) che hanno mostrato progressione del tumore con sorafenib sono passati al trattamento con tivozanib. L’analisi finale di sopravvivenza globale (OS) ha indicato un trend verso una sopravvivenza più lunga nel braccio di sorafenib, rispetto a tivozanib (mediana 29.3 vs 28.8 mesi; HR 1.245, IC 95%: 0.945 – 1.624; p = 0.105). Eventi avversi più comuni con tivozanib che con sorafenib erano ipertensione (44 vs 34%) e disfonia (21 vs 5%), mentre quelli più comuni con sorafenib che con tivozanib erano reazione cutanea mano-piede (54 vs 14%) e diarrea (33 vs 23%). In conclusione, tivozanib ha offerto una migliore sopravvivenza libera da progressione, ma non effetti significativi sulla sopravvivenza globale, e un profilo di sicurezza diverso da sorafenib nella terapia target iniziale del carcinoma renale metastatico.


Renal Cancer Newsgroup – Numero 9 – Settembre 2013
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